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Basket Formia, Storia di Sport. I campioni della B in cerca di una legittima casa.

Cultura

 

Ogni impresa nasce dalla fatica e dal sudore. Ogni grande traguardo è figlio soltanto della pura, febbricizzante, indomabile determinazione. Esiste la Fortuna, come sempre, che da una mano, tira i suoi dadi, ma su di lei non si può mai fare affidamento. E’ effimera e traditrice e mai compagna fedele di successi. Chiunque viva quotidianamente lo sport o dello sport abbia fatto una professione e una missione questo lo sa bene.

C’è un’impresa che, nello specifico, nasce sui campi improvvisati, d’asfalto, ricavati qui e lì nella città di Formia. E’ figlia di ginocchia sbucciate, pomeriggi passati ad osservare un canestro, che da bambini, quando lo si guarda dal basso, sembra stagliarsi nel cielo, raggiungibile solo dalle nuvole che lo sfiorano. Avranno continuato a giocare, a provare e riprovare tiri, a creare attorno a sè una cerchia di amici sempre più folta, attirati dalla passione per la palla a spicchi, per quello sport venuto da lontano chiamato Basket, i fautori di un traguardo importante che oggi cercano solo la loro giusta casa.

Stiamo parlando di chi è riuscito a portare la Meta Formia Basketball a militare in serie B, un traguardo che, ci tiene a sottolineare il Presidente della società, Roberto Tartaglione, non è stato comprato, come spesso accade nella Lega, ma conquistato sul campo. La squadra professionistica formiana, dopo alcune fusioni, nasce nel 2012 e inizia da subito a scalare classifiche e a vincere, passando in soli sette anni dal campionato di promozione a quello Nazionale di serie B. La soddisfazione è tanta. La si percepisce negli occhi del Presidente e dell’allenatore della squadra cadetta, Gianni Di Rocco, intervenuti ai microfoni di Radio Formia. Nel loro sguardo si leggono chiaramente i sacrifici fatti, la passione che alimenta le loro Domeniche passate a sostenere e guidare i loro ragazzi per motivarli a dare sempre il massimo.

C’è, però, anche un pò di stanchezza e amarezza. Sono mesi, infatti, che mentre la squadra e la società sono impegnate in quella che dovrebbe essere la loro unica preoccupazione, ovvero giocare, fanno continui appelli per dare ancora più voce alla loro istanza, rincorrendo le istituzioni cittadine per avere una risposta riguardo la possibilità di avere finalmente una sede nella città per cui giocano. Fino ad ora, infatti, la città di Formia può fregiarsi di avere una squadra di Basket che lotta e vince in serie B, senza però averla mai potuta tifare e vedere all’opera nella propria città. La società ospitata nella stagione 2019/20 presso il PalaBorrelli di Scauri, gioca, quindi, come ci tiene a sottolineare l’allenatore, “fuori casa anche quando è in casa“. Un paradosso per chi si trova ad affrontare un campionato così difficile. E’ doveroso ricordare che dopo l’uscita di scena del Basket Scauri, che ha ceduto il titolo al Catanzaro, oggi la Meta Basket rappresenta, di fatto, l’unica rappresentanza pontina nella serie cadetta. Oggi si dicono stanchi, ma come chiunque ami la pallacanestro e sia cresciuto con il rumore dello scalpiccio di suole da ginnastica sul parquet, non sanno cosa sia mollare fino all’ultimo secondo. E’ l’atteggiamento tipico del giocatore della pallacanestro, che sa quanto tutto possa cambiare, anche all’ultimo secondo prima della sirena finale.

Quello del Presidente e allenatore non è però un semplice appello a ricercare una sede appropriata nella città. Infatti la Società non si presenta alle istituzioni chiedendo, ma proponendo serie e soprattutto attuabili proposte, di cui tutti, dicono, potrebbero giovare. “Sono pronto a fare il necessario per rendere agibile una sede che a Formia già esiste.” afferma ormai da tempo il Presidente Tartaglione. L’idea, ribadita più volte nelle ultime settimane fa riferimento al centro polivalente in località Acquatraversa, il PalAmendola, proprietà ad oggi del Comune, che sarebbe preso in gestione ed economicamente e logisticamente supportato, con sforzi autonomi, per essere reso agibile.

Non si tratta soltanto di una questione agonistica, legata al nome della città cucita sulle canottiere dei ragazzi che ogni fine settimana le indossano, portando l’orgoglio pontino a sfidarsi sul parquet. Dalle parole accorate del Vice Presidente, Eugenio Polidori, si evince come la questione riguardi il tessuto sociale della città di Formia e non solo. ” Siamo orgogliosi di rappresentare Formia, vogliamo continuare a farlo giocando nella nostra città. Il Meta non è solo serie B, ma conta quasi 150 iscritti tra minibasket e settore giovanile. Impensabile ritenere di far crescere questi ragazzi nelle condizioni attuali. Abbiamo pagato un discreto scotto esperienziale ed emozionale quest’anno, ma il bilancio non può che essere positivo. Ringraziamo il pubblico scaurese che ci ha seguito, ma ci piacerebbe che anche Formia iniziasse a vivere di pallacanestro. La nostra progettualità non è ferma, ma non può prescindere dalla questione del campo “.    Una sede, infatti, significa famiglie, bambini, ragazzi che imbracciando un pallone fanno gruppo, crescono assieme, apprendono i valori dello sport sano e li riversano nella loro vita al di fuori del capo. Una sede significa una casa per futuri talenti, cosa che fino ad ora è stata un’occasione mancata e una risorsa per altri. Una sede significa un posto in cui fare il tifo per i propri colori e scoprire, o riscoprire, l’appartenenza al proprio territorio e la sua unicità.

“Il Formia Basketball ASD nasce con lo scopo di diffondere una sana attività motoria di base e la pallacanestro tra i giovani ed i bambini.” Queste sono le parole di presentazione che si trovano scritte nelle pagine social della società sportiva che oggi chiede una casa nella sua legittima collocazione.

In un territorio in cui si discute spesso dell’adeguamento delle strutture sportive, lamentando forti carenze, in un momento in cui lo sport rappresenta forse l’unica vera aggregazione sociale, coerentemente alla missione che ha da sempre, dovrebbe essere tra le priorità di tutte le istituzioni territoriali dare a ragazzi e bambini il diritto a guardare un canestro vero, lassù in alto, come qualcosa di raggiungibile, grazie a tutti coloro che hanno attorno, grazie a chi dovrebbe prendersi cura di loro e coltivare il sogno un giorno di divenire proprio come i loro idoli, campioni dalle scarpe di ginnastica. Dovrebbe essere un impegno di tutti supportare eccellenze come quella della storia che abbiamo raccontato fin qui. Tenendo presente che il fischio della fine di questa delicata “partita”, corrispondente al termine per la presentazione della domanda d’iscrizione al campionato, che prevede la segnalazione ufficiale della propria sede, scadrà il 31 Luglio, mentre i campioni continueranno ad allenarsi duramente e chi li allena a guidarli, ora la palla a spicchi passa nelle mani delle amministrazioni, auspicandoci una vittoria per tutti!

Giomar

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